
Quando l’inverno vuol far capolino nella prima settimana di maggio, succede che dopo la gara rientri a casa incontrando la neve in autostrada, dopo aver corso sotto pioggia battente e freddo polare, dopo aver visto all’inizio il sole ed il cielo azzurro scomparire dietro a coltri di nuvole grigie, scure e minacciose. Queste, a ritroso, le condizioni metereologiche con le quali si è svolto il secondo round di Coppa Italia sul tracciato del Mugello.
Nonostante le stagioni impazzite, piloti e staff MC7 Corse avevano affrontato col giusto piglio le prove, sin dal giovedì, unico giorno privo di piogge. Venerdì il meteo è stato clemente al mattino, con Dario Latrecchina e Federico Murano entrambi a proprio agio sull’asfalto asciutto, pur con solo 12 gradi di temperatura dell’aria. Nel pomeriggio di venerdì la prima prova di qualificazione: l’inverno era arrivato, con lui la pioggia e di conseguenza tempi sul giro ben al di sopra dei due minuti. A patire di più la condizione di asfalto bagnato è stato Federico, per la prima volta in pista con gomme da pioggia.
Sabato mattina caratterizzato da pista ancora bagnata, ma con pioggia in costante diminuzione, fino alla totale assenza durante i venti minuti di qualifica. Complice il vento e le moto in pista nei turni precedenti, le traiettorie in pista risultavano oramai quasi asciutte. Dario e Federico concordano sull’opportunità di montare coperture da asciutto e registrano il secondo ed ottavo tempo. Nel pomeriggio si sarebbe dovuta tenere la superpole, con piloti in pista per un unico giro lanciato, da soli contro il cronometro. A causa però delle condizioni non ancora perfette dell’asfalto, organizzatori e direzione gara hanno optato per un ulteriore turno di qualifica: Dario supera sé stesso e ferma le lancette del cronometro per la prima volta ad 1’54”267, terzo, dopo la Wild Card Luca Salvadori con un tempo da mondiale ed Alessio Terziani, più veloce di soli 136 millesimi. Federico non trova invece la giusta confidenza e chiude la Q3 in sedicesima posizione.
Il grande inverno sfoggia tutta la sua fredda esistenza domenica, riservando per la gara una temperatura dell’aria di soli nove gradi e pioggia più che abbondante. La direzione gara impone due giri di warm up, per far prendere confidenza i piloti con la pista allagata, ed accorcia la gara a sette tornate. Sia Latrecchina sia Murano sembrano scagliati da una fionda: Federico recupera nel solo rettilineo otto posizioni, vede davanti a sé scivolare un altro paio di piloti. Si raccomanda prudenza per mantenere i risultati positivi si una partenza così ben riuscita. Purtroppo, però, l’inesperienza di guida sull’acqua è spietata e solo dopo cinque curve scivola e deve chiudere anzitempo la propria gara.
Anche Dario, in allungo, guadagna una posizione e si trova alle spalle del solo Salvadori. Non ne riesce a tenere il ritmo indiavolato, ma mantiene tutti gli altri iscritti al trofeo dietro di sé. Coronamento di un fine settimana sempre fra i primi e sempre in crescendo. Ma la gara non si conclude come sperato: Dario litiga con la visiera del casco, eccessivamente appannata; alla prima curva del terzo giro, dopo il lungo rettilineo del traguardo, non ha certo la miglior visibilità e non mantiene la giusta traiettoria alla staccata della San Donato, scivola e si vede sfilare da quasi tutti i piloti superstiti. Non si perde d’animo e balza in sella nel tentativo di rimontare più posizioni possibili. Viene interrotto quando, già avendo recuperato dalla tredicesima alla decima posizione, i commissari di gara devono sventolare bandiera rossa per una caduta che ha lasciato la pista in condizioni di pericolosità.
A fine gara Dario Latrecchina si vedrà diagnosticare la lussazione di secondo grado della spalla sinistra, non prima però d’esser salito sul terzo gradino del podio nella premiazione della sottoclassifica Superbike, unica consolazione per un fine settimana eroico, conclusosi con due scivolate dure da digerire.