
Eccezionalmente in concomitanza con la Coppa FMI sono scese in pista al Mugello le moto sia del Trofeo Italiano Amatori sia quelle della Yamaha R1 Cup. Per MC7 Corse sono scesi in pista Daniele Gilardi, Omar Rangheti e Mario Minella; nel trofeo monomarca Yamaha invece ha condotto una delle moto giapponesi Stefano Fugardi.
Il Mugello Circuit ha goduto per tutto il fine settimana di un insistente sole estivo che ha surriscaldato le giornate e soprattutto l'asfalto. Quasi inutili i settaggi impostati sulle moto frutto dello sviluppo in pista effettuato nei precedenti appuntamenti dei campionati svoltisi sullo stesso tracciato: già durante le prove libere è stato necessario stravolgere gli assetti per contrastare un asfalto reso oltremodo viscido. A complicare la situazione anche un inaspettato guasto alla BMW S1000RR di Gilardi, che ha impegnato inizialmente il team in un tentativo di ripristino del mezzo, poi nell'allestimento di una Yamaha R1 extra che il team aveva intelligentemente portato a disposizione dei quattro piloti impegnati in pista.
All'appuntamento col cronometro ufficiale delle qualifiche ha raccolto i frutti migliori Mario Minella, che con il tempo di 2'03"814 ottenuto già al primo turno ha conquistato la seconda fila, quinto assoluto della classe 1000 Base. Un po' arretrato Ranghetti, costretto nelle retrovie della classe 1000 Avanzata. Al suo esordio con la Yamaha R1 Gilardi ottiene il proprio best lap di sempre e la dodicesima piazza in griglia di partenza, con il tempo di 1'58"869. Fugardi migliora il proprio feeling con le condizioni del tracciato, ma non al punto di sentirsi completamente a proprio agio: si qualifica con l'ottavo tempo, 1'56"583, tutt'altro che soddisfatto. La strada da seguire secondo Matteo Colombo è una e prevede un cambiamento deciso nelle impostazioni delle sospensioni; i numeri che Matteo Leonardis estrae dalla telemetria sembrano confermare questa tesi. Loris, Moreno e Luca smontano forcelle e monoammortizzatore e li si porta ai tecnici sospensionisti del Racing Service del produttore, i quali confermano anche loro la bontà dela scelta e restituiscono sospensioni finalmente adeguate per la situazione.
Un cambio d'assetto prima della gara, senza a disposizione neppure un giro di prova per saggiare l'esito della modifica è un po' un azzardo, ma ripaga MC7 Corse con una R1 in gara sempre a ridosso dei primi. Al via Stefano parte bene: guadagna una posizione e si ritrova al centro di un unico serpentone di moto. Durante il secondo giro perde la posizione guadagnata allo start, ma continua a tallonare i battistrada e comincia a staccare gli inseguitori. La gara prosegue a tutta velocità, solo i primi tre guadagnano qualche secondo sugli inseguitori e Stefano non ha nessuna intenzione di farsi lasciare indietro. Al quarto giro ottiene il proprio miglio giro in gara con 1'55"469, prosegue poi sempre con lo stesso ritmo. Nel corso del quinto giro guadagna una posizione per la caduta di un pilota di testa ed al termine del settimo giro esce dalle Biondetti scatenato, stacca forte ed infila la moto della quale a lungo aveva dovuto annusare gli scarichi.
Purtroppo ad ostacolare la rimonta ci si mette l'avambraccio destro che smette di collaborare, tutto preso da una sindrome compartimentale: inevitabilmente i tempi si alzano costringendo Fugardi a cedere la sesta posizione appena guadagnata, ma riuscendo comuque a portare a termine la corsa al settimo posto, con una dozzina di secondi ancora di vantaggio sui diretti inseguitori. Comunque soddisfatto, come tutto il team, per aver trovato il bandolo della matassa in extremis e per aver battagliato finché il fisico ha retto con i primissimi della classe.
Impaziente invece di misurarsi in gara con una moto che già si sentiva cucita addosso, Gilardi parte bene, ma si trova all'esterno alla prima curva e viene sorpassato da molti concorrenti. Partito dodicesimo, conclude il primo giro in ventesima posizione. Un po' disorientato perde ulteriori due posizioni prima di rimettersi a guidare con la consueta velocità. Velocità che anche lo speaker dell'autodromo rileva come eccezionale e si fa carico di diffondere a tutto il paddock il risultato: 307,6 km/h registrati allo speed trap, oltre 6 km/h più veloce di tutti gli altri concorrenti! Tanta velocità agevola Daniele nella recupero delle posizioni perdute ad inizio gara: passa sotto la bandiera a scacchi in quattordicesima posizione, che considerata la situazione nella quale correva, ovvero con moto mai provata prima, è indubbiamente un buon risultato. Lo stesso Gilardi conferma al proprio team d'essersi innamorato della propria cavalcatura e di non veder l'ora di proseguire quest'idillio appena sbocciato.
Anche Ranghetti come Gilardi in partenza perde posizioni ed allo stesso modo si trova a dover recuperare posizioni: dopo esser piombato in trentatreesima posizione, chiude di slancio la gara ventisettesimo, fermando il cronometro all'ultimo giro a 2'02"878, vicinissimo al proprio best lap.
Mario Minella si trova invece a correre nel momento più caldo della giornata, a mezzogiorno, ed incappa anche lui in una partenza poco fortunata: scivola dalla quinta posizione in griglia fino alla decima; battaglia per oltre metà gara fra la nona e la decima posizione, poi il caldo ha la meglio sulla tenuta fisica e nel corso del settimo giro perde altre tre posizioni. Spreme le ultime energie concentrato a chiudere la gara, oramai rimasto l'unico obiettivo, sapendo d'esser dietro a tre suoi diretti avvesari della classifica Over 50. Tanto sforzo sarà poi premiato perché oltre a riuscire appunto a portare a termine tutti e dieci i giri previsti, lo farà recuperando una posizione e chiudendo la gara dodicesimo.