
L'atto finale del Trofeo Italiano Amatori in edizione 2016 è andato in scena all'Autodromo del Mugello: in pista Daniele Gilardi ed Omar Ranghetti, a dirigere il box il team manager Matteo Colombo, con Loris Redaelli e Luca Valtorta a curare la meccanica delle moto e Matteo Leonardis ad occuparsi invece dell'elettronica.
Peculiarità del Trofeo, inserito nel circuito delle manifestazioni patrocinate dalla Federazione Motociclistica Italiana e parte integrante della Coppa Italia, sono le classi nelle quali i piloti vengono smistati: per cilindrata di moto guidata e per velocità, in modo da comporre griglie di partenza le più omogenee possibili. Daniele Gilardi ha disputato tutta la stagione nella Classe 1000 Pro, la più veloce del trofeo, ed in quest'ultimo appuntamento ha cercato di dimostrare non solo di non demeritare, ma piuttosto di poter competere per le posizioni di vertice. Purtroppo la sfortuna, ben coadiuvata da condizioni climatiche non ottimali, ha messo i bastoni fra le ruote del centauro di MC7 Corse, costringendolo a concludere anzitempo l'ultima gara stagionale.
Ha potuto sorridere a fine gara invece Omar Ranghetti, che nella Classe 1000 Avanzata ha compiuto l'ennesima rimonta su pista bagnata.
A questi risultati si è giunti dopo che il fine settimana era cominciato regolarmente, con un venerdì di prove libere svoltosi con l'atmosfera fresca dell'autunno, con il cielo coperto, ma non piovigginoso. Gilardi e Ranghetti svolgono un importante lavoro di messa a punto delle moto, per adattarle alle condizioni climatiche ben differenti da quelle di piena estate delle ultime gare. Sabato mattina poi il risveglio del paddock è avvenuto in un'atmosfera ovattata dalla nebbia che lo avvolgeva: non troppo fitta, ma lenta ad alzarsi ed abbandonare soprattutto i tratti alti del circuito. Per l'ora delle qualifiche la nebbia aveva lasciato il posto a nuvole grigie, presagio di imminente pioggia. Daniele conduce la moto più veloce del lotto, come ultimamente moto e pilota ci hanno abituato a constatare. In entrambi i turni la velocità massima registrata in fondo al rettilineo del traguardo è di 305,9 km/h e questo aiuta a concludere un giro nel minor tempo possibile. Nel primo turno il tempo di 1'57"470 vale a Gilardi la quarta piazza provvisoria; nel pomeriggio non migliora, come invece fanno altri tre concorrenti e sulla griglia di partenza ottiene la settima posizione.
Omar invece si qualifica con il tempo di 2'02"038, il suo miglior giro di sempre sul circuito toscano, ottenuto nel secondo turno e che gli vale la settima fila.
A prove cronometrate concluse la tanto promessa pioggia comincia a bagnare l'asfalto e scombinare i piani di tutti i piloti. Ranghetti è forse fra i meno scontenti: sentiva di poter ulteriormente migliorare il suo tempo sul giro e togliersi così altre soddisfazioni, ma al tempo stesso era consapevole d'avere una marcia in più sul bagnato. Al momento di scendere in pista la pioggia aveva già smesso di scendere, ma il poco sole d'Ottobre, per di più ancora un po' coperto, non è stato in grado d'asciugare a sufficienza l'asfalto: le gomme da bagnato sono praticamente obbligatorie, così come un assetto più morbido. Omar scatta bene dalla ventunesima posizione, tanto bene da compiere in pochi metri una decina di sorpassi. Prima di concludere il primo giro ritarda troppo una frenata ed è costretto a cedere parte delle posizioni guadagnate. Chiude la prima tornata in sedicesima posizione, ma non si dà per vinto e continua la scalata fino alla tredicesima posizione ottenuta nel corso dell'ottavo giro. Di nuovo una sbavatura gli fa perdere una posizione e conclude la gara in quattordicesima posizione.
A mezzogiorno oramai l'asfalto era per lo più asciutto e Daniele Gilardi si è trovato a scendere in pista sì con gomme da asciutto, ma con dubbio che qualche tratto fuori traiettoria fosse ancora un po' umido e che potesse giocare brutti scherzi. Così è stato: al via perde un paio di posizioni, ma non perde il contatto coi primi. Comincia l'inseguimento dalla nona posizione con la quale chiude il primo giro, per risalire all'ottava a conclusione del secondo. All'ultima curva si trova all'esterno in un sorpasso difficile che poi non riesce a concludere. Di nuovo alla Bucine il giro successivo il tradimento che non ti aspetti: prova a chiedere alle gomme un grip che ancora non possono garantire, chiude un po' di più la traiettoria lascando la striscia asciutta e gommata per una zona ancora umida, prova questa volta a prendere l'interno dell'avversario e finalmente sorpassarlo. Non sarà così. La moto si scompone e parte per la tangente, scivolando e portando a terra anche Daniele. Gara finita nella ghiaia, per fortuna rimediando solo una gran botta oltre allo spavento.